Da Banco BPM spiegano che l’esercizio dell’opzione ha a che fare con l’operazione tra Assicurazioni Generali e Cattolica, annunciata al mercato il 25 giugno scorso
Continuano le ‘grandi manovre’ delle banche italiane, lette da diverse parti come preparativi per nuove operazioni di fusione tra istituti. Il focus odierno si accende nuovamente su Banco Bpm, già al centro di ipotesi per una possibile operazione con Bper Banca (MI:EMII).
Banco BPM rende noto di aver comunicato a Cattolica Assicurazioni l’avvenuto esercizio dell’opzione di acquisto della quota del 65% detenuta da Cattolica nel capitale delle joint venture Vera Vita (che detiene il 100% della compagnia assicurativa irlandese Vera Financial DAC) e Vera Assicurazioni (che detiene il 100% di Vera Protezione).
Da Banco BPM spiegano che l’esercizio dell’opzione ha a che fare con l’operazione tra Assicurazioni Generali e Cattolica, annunciata al mercato il 25 giugno scorso, che ha determinato un cambio di controllo su Cattolica e pertanto giustifica da parte di BPM l’esercizio dell’opzione di acquisto della quota detenuta da Cattolica nel capitale delle joint venture.
La banca ha anche denunciato una mancata chiarezza in quanto non ha avuto accesso, nonostante ripetute richieste formulate a Cattolica, alla documentazione relativa all’ingresso di Generali (MI:GASI) nel capitale di Cattolica e ai connessi accordi industriali avendo peraltro Cattolica sin qui contestato, nella corrispondenza intercorsa, che si sia verificato un cambio di controllo.
La fine della jv tra Banco Bpm e Cattolica produce effetti opposti sui due titoli a Piazza Affari. Banco Bpm (MI:BAMI) ha infatti aperto le quotazioni arrivando a crescere quasi il 2%, mentre Cattolica Assicurazioni (MI:CASS) non ferma il calo iniziale e sprofonda fin a toccare un -5%.
Una mossa verso la fusione con Bper Banca?
La Joint venture con Cattolica riguarda la rete ex Banco Popolare e l’anno prossimo è in scadenza anche l’alleanza con Covea sugli sportelli ex Bpm (MI:PMII).
Dal Sole 24 Ore scrivono che Banco Bpm vorrebbe liberarsi da ogni vincolo per la ricerca di un nuovo partner bancassicurativo nel 2021.
Nuovo partner che, in caso di fusione con Bper, sarebbe individuabile in Unipol, primo azionista della banca modenese. A Piazza Affari, Unipol Gruppo Finanziario Spa (MI:UNPI) viene favorita dall’ipotesi e arriva a guadagnare intorno al 2%.
Si va verso un contenzioso
Il perfezionamento dell’acquisto delle partecipazioni resta subordinato alle autorizzazioni da parte delle autorità e Cattolica ha comunicato di essere pronta alla ‘battaglia’ per opporsi.
“La posizione assunta da Banco Bpm è del tutto priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza, in particolare col provvedimento di autorizzazione rilasciato da Ivass all’ingresso di Generali nel capitale”, denunciano da Cattolica, annunciando che “sull’iniziativa di Banco Bpm ci si riserva ogni azione a tutela della posizione di Cattolica anche sul piano risarcitorio e reputazionale”.
L’analisi di Equita
Da Equita spiegano che “sebbene si possa creare incertezza in merito a una possibile battaglia legale con Cattolica la risoluzione degli accordi bancassicurativi permetterà a Banco Bpm di avere maggiore flessibilità strategica e potere negoziale in ottica di M&A”.
“La notizia aumenta l’appeal speculativo della banca e le chance di una business combination con Bper, il cui primo azionista Unipol, potrebbe subentrare a Cattolica negli accordi bancassicurativi”.
Scenario opposto per Cattolica, che si è già scagliata contro la decisione definendola ‘senza fondamento’. La compagnia scaligera, con la fine della jv, registrerebbe un effetto negativo di 377 milioni di euro sul conto economico.
Il broker parla di una notizia “particolarmente negativa” per la società a causa del potenziale calo della redditività: “Il venir meno dell’accordo con Banco Bpm (circa 40 milioni di impatto sull’utile) e di quello, altamente probabile, con Ubi (MI:UBI) (circa 30 milioni di impatto sull’utile, a fronte di rimborso degli own funds di circa 250 milioni) porterebbero a una significativa contrazione di redditività della compagnia (oltre il 40% dell’utile atteso), che perderebbe entrambi i principali accordi bancassicurativi”.
In ogni caso, anche se venisse respinto l’esercizio della call di Banco Bpm, si dovrebbe considerare “l’inevitabile deterioramento dei rapporti tra le due società e la difficoltà a spingere sulla nuova produzione”.
Fonte:www.investing.com
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