Secondo i media americani, la casa automobilistica ha presentato la sua azione legale alla US Court of International Trade di New York, puntando a far dichiarare illegali i dazi, oltre che a chiedere la restituzione di quanto già pagato


A poco più di un mese dalle elezioni americane, Elon Musk trascina in tribunale l’amministrazione di Donald Trump sui dazi imposti alla Cina sull’import di alcuni componenti per auto prodotti da Tesla (NASDAQ:TSLA) nel gigante asiatico.

Secondo i media americani, la casa automobilistica ha presentato la sua azione legale alla US Court of International Trade di New York, puntando a far dichiarare illegali i dazi, oltre che a chiedere la restituzione di quanto già pagato.

In particolare, al centro dell’azione legale ci sono i dazi del 25% imposti dall’Ufficio del Commercio federale statunitense ‘US trade representative’ relativi ad una lista di prodotti importati dalla Cina dalle grandi auto automobilistiche come computer e schemi touch utilizzati nelle auto elettriche, tra cui la Model 3 di Tesla.

L’accusa di Tesla riguarda la List 3, entrata in vigore nel 2018 stabilendo dazi al 25% su 200 miliardi di import dalla Cina, e la List 4, che dal 2019 impone tariffe del 7,5% su 120 miliardi di importazioni.

La tesi di Tesla depositata alla Cort of International Trade sostiene che tali dazi siano “arbitrari, frutto di un capriccio e di un abuso di potere discrezionale”.

Destinatario della causa è Robert Lighthizer, numero uno del US trade representative, lo stesso che aveva rifiutato di inserire Tesla nell’elenco delle società esentate dai dazi sui computer e sui display importati dalla Cina.
Le altre case automobilistiche

In questa battaglia, però, Tesla non è sola, in quanto l’azione legale è stata depositata anche da altre case automobilistiche come Volvo, Ford e Mercedes-Benz.

Il produttore tedesco accusa il governo di Trump di aver dato il via a “una guerra commerciale senza precedenti, senza limiti, smisurata, che colpisce le importazioni dalla Repubblica popolare cinese per un valore superiore ai $500 miliardi”.

Fonte:www.investing.com