Da non sottovalutare i ballottaggi in Georgia del 5 gennaio, se i Democratici prendono il Senato si apre uno scenario che potrebbe causare molto nervosismo. Il rischio per l’Europa è l’inflazione
Quando Donald Trump vinse a sorpresa un anno fa, il Dow Jones era a 18.000 punti, ora lo lascia in eredità a 30.000. La riconoscenza non è la prima virtù dei mercati finanziari, che per natura scelgono sempre la convenienza. Che in questo caso vuol dire la prospettiva di una presidenza Biden solo di facciata liberal, ma di fatto sostanzialmente moderata e non interventista in economia, sia perché il prossimo inquilino della Casa Bianca, senatore dal lontano 1972, non è certo un arrabbiato statalizzatore socialista, sia soprattutto perché c’è la convinzione abbastanza diffusa che un Congresso diviso, con il Senato che resta repubblicano e una Camera dei Rappresentanti dove la maggioranza democratica si è assottigliata e potrebbe addirittura svanire alle elezioni di mid-term del 2022, renderebbe impraticabili politiche troppo aggressive, soprattutto in materia regolatoria e fiscale. Ma per ora è un assunto che si basa sul calcolo delle probabilità, per farlo diventare una certezza bisogna aspettare appunto il 5 gennaio.
IN BALLO UN DIVERSO EQUILIBRIO POLITICO
Con il voto del 3 novembre, i repubblicani si sono aggiudicati 50 dei 100 seggi che compongono il Senato, mentre i democratici sono fermi a 48, oltre il voto che spetta di diritto alla vice presidente Kamala Harris. Ognuno dei 50 Stati dell’Unione ne ha 2, e la Georgia li deve ancora scegliere perché al primo giro nessuno ha ottenuto la maggioranza assoluta richiesta dalla legge elettorale del ‘Peach State’. Ai repubblicani ne basta uno per arrivare alla maggioranza, ai democratici servono tutti e due contando anche il voto della presidente Harris. In gioco c’è un diverso equilibrio politico che potrebbe fare la differenza per economia e mercati, ma alla fine è un voto locale che potrebbe essere deciso da altri fattori. Il confronto più importante è quello tra il senatore repubblicano uscente David Perdue sfidato dal democratico Jon Ossoff. Nel voto del 3 novembre la maggioranza degli americani ha espresso un orientamento moderato, punendo i Dem alla Camera e lasciando vincere ma non stravincere Biden alla presidenza. E i georgiani sono solo poco più del 3% della popolazione americana.
Fonte:www.investing.com
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