I prezzi del greggio estendono i rialzi delle scorse settimanali in seguito ad un aumento della domanda di carburante dovuta alle riaperture post-Covid, e alle condizioni atmosferiche in Cina
I futures sul Brent aumentano del 2% a $83,97 per barile vicino ai livelli dell’ottobre 2014 e rimanendo sopra la soglia degli 80 dollari dopo aver guadagnato quasi il 4% la scorsa settimana, mentre i contratti sul WTI sono in rialzo del 2,3% a $81,20, massimi da fine 2014, sul +4,6% della settimana precedente.
Con sempre più Stati che escono dalle restrizioni, in particolare l’Australia con Sidney che è emersa da un lockdown di 107 giorni, la domanda di carburante nella regione dell’Asia/Pacifico ha spinto ancora una volta i contratti sull’oro nero, facendo salire il Brent per cinque settimane consecutive e il WTI per sette.
“Riteniamo che i prezzi del greggio saliranno più in alto in questo trimestre, mentre diminuiranno gradualmente l’anno prossimo”, ha affermato in una nota l’economista di Capital Economics Caroline Bain.
La decisione dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e alleati (OPEC+) di mantenere un costante e graduale aumento della produzione nella riunione della scorsa settimana ha avuto un impatto “La decisione dell’OPEC di trattenersi da un aumento della produzione maggiore del previsto vedrà probabilmente il mercato stringersi ulteriormente nel quarto trimestre”, ha detto a Bloomberg Daniel Hynes, senior strategist delle commodity di Australia and New Zealand Banking Group (ASX:ANZ).
Riguardo ai rialzi odierni, c’entrano anche le condizioni atmosferiche avverse nella provincia cinese dello Shanxi cinese, uno dei centri di estrazione di carbone più importanti del Paese, che hanno portato alla chiusura di 60 miniere. Secondo gli analisti di Oanda, “la corsa all’approvvigionamento energetico dell’Asia e dell’Europa nei mercati del gas naturale e del carbone continua a fornire un forte sostegno ai prezzi del petrolio”.
Fonte:www.investing.com
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