Ben Sheehan (Aberdeen Standard Investments) sottolinea come dal 2011 le azioni offrano un rendimento medio più elevato rispetto alle obbligazioni: tendenza che non dovrebbe subire nessuna flessione
Nel secondo trimestre di quest’anno, complici le pesanti ripercussioni economiche della pandemia globale da coronavirus, le aziende di tutto il mondo hanno ridotto i dividendi al minimo degli ultimi dieci anni. Inoltre sono state riviste al ribasso del 15% circa anche le aspettative sulla distribuzione complessiva di cedole nei prossimi 12 mesi
383 MILIARDI DI DOLLARI IN DIVIDENDI DISTRIBUITI NEL SECONDO TRIMESTRE
“Gli investitori dovrebbero tuttavia concentrarsi sul fatto che nel secondo trimestre le aziende hanno comunque corrisposto agli azionisti dividendi pari a 382 miliardi di dollari USA nonostante lo shutdown economico globale” sottolinea Ben Sheehan, Senior Investment Specialist, Azionario Asia Pacifico, Aberdeen Standard Investments (ASI).
LA BCE HA ORDINATO ALLE BANCHE DI CONGELARE LE CEDOLE
Va precisato che oltre il 40% dei tagli ai dividendi in tutta Europa nel secondo trimestre è riconducibile alle banche su input della BCE che ha ordinato loro di congelare le distribuzioni per preservare il capitale e sostenere le imprese e le famiglie durante la pandemia. “Gli investitori devono saper distinguere le aziende tra quelle che hanno tagliato i dividendi a causa di difficoltà sul fronte del flusso di cassa e quelle costrette
a farlo dalle autorità di regolamentazione e dai governi, poiché molte di queste ultime sarebbero in grado di corrispondere dividendi, e sicuramente riprenderanno a farlo quando sarà loro consentito”, spiega Sheehan.
PRIVILEGIARE LE COMPAGNIE CON BILANCI PIU’ SOLIDI
Infatti l’impatto della pandemia non è stato uguale per tutte le aziende. In alcuni casi, come per esempio nei settori viaggi, tempo libero ed edilizia, il contraccolpo è stato pronunciato mentre altre stanno beneficiando dei cambiamenti nei modelli di lavoro e di consumo in settori come i servizi online e il cloud computing. “Gli investitori interessati alle società che corrispondono dividendi possono ridurre attivamente la loro esposizione diretta all’impatto del virus e ai titoli in cui prevedono rischi di coda indesiderati. In parallelo, possono privilegiare le compagnie con bilanci più solidi e un posizionamento che garantisca la distribuzione di dividendi”, suggerisce l’esperto di Aberdeen Standard Investments.
SOLTANTO IL 30% DELLE AZIENDE USA HA RIDOTTO I DIVIDENDI NEL 2008
A questo proposito è interessante una ricerca effettuata dalla società di servizi finanziari Jefferies nella quale emerge che gli Stati Uniti risultano il mercato con i dividendi più sostenibili, con soltanto il 30% delle società che ha ridotto le cedole durante la crisi finanziaria del 2008. Un trend che si sta delineando anche durante la pandemia di Covid-19, confermando i dividendi statunitensi come i più resilienti.
Fonte:www.investing.com
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