Una valida scelta che combina rendimento e sicurezza grazie alle banche centrali, per navigare un 2021 che richiederà di bilanciare scelte strategiche e tattiche sui mercati azionari

 

Con mercati e economie che navigano verso un 2021 che sarà molto probabilmente più ‘normale’ del 2020 che sta per finire, il compito per l’investitore diventa paradossalmente più difficile. L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle alla fine ha proposto scelte secche, bianco o nero, tipo lasciarsi prendere dal panico a marzo-aprile e poi nella seconda ondata del virus dopo l’estate, oppure approfittare delle cadute per raccogliere a sconto asset di valore duraturo? I prossimi 12 mesi proporranno invece scelte più articolate, tipo su quali asset mantenere un posizionamento strategico di lungo termine e quali approcciare invece tatticamente per cogliere trend di breve periodo? Oppure quali strumenti scegliere per proteggere il capitale, disporre di liquidità da utilizzare se si presentano opportunità e magari godere anche di un rendimento un po’ più gratificante dello zero o anche meno che ti danno ormai anche in Italia i titoli di Stato e i depositi sui conti correnti, dove in Italia giacciono qualcosa come 1.600 miliardi che famiglie e imprese preferiscono non impiegare?

I RATING NON DICONO TUTTA LA VERITÀ

Tra i titoli di Stato, gli unici che sembrano rispondere a questo requisito almeno in parte sono i bond del Tesoro americano sulle scadenze lunghe a 10-30 anni, che rendono tra poco meno dell’1% e l’1,6%, decisamente più dei corrispondenti Btp, ma c’è un rischio di cambio con l’euro che continua a apprezzarsi e anche poca dimestichezza dell’investitore italiano. In un mondo di tassi bassissimi per ancora molto, molto tempo, alcune certezze che sembravano acquisite e granitiche forse vanno riconsiderate. Come ad esempio quella secondo cui i rating assegnati agli emittenti dalle grandi agenzie specializzate riflettano effettivamente il rischio che si assume l’investitore. La tripla B è il gradino più basso dell’Investment Grade, quello a minor rischio, mentre con la doppia B siamo già in territorio ‘speculativo’. Ma sono rating calcolati sulla base dei fondamentali societari tradizionali, sul rischio-paese e settoriale, mentre tengono poco conto dei tempi eccezionali in cui viviamo, con una banca centrale pronta a comprare bond in quantità praticamente illimitate per sostenere il credito e dare tutto l’ossigeno necessario alla ripartenza dell’economia per tutto il tempo necessario.

 

 

 

 

Fonte:www.investing.com