L’indice di Hang Seng perde l’1,6%
I titoli quotati sulla Borsa di Hong Kong di Hsbc e Standard Chartered (LON:STAN) sono crollati dopo che alcuni media hanno riferito che le due banche e altri grandi istituti finanziari hanno mosso, per oltre vent’anni, grandi somme di fondi probabilmente illeciti, nonostante le segnalazioni sulle origini del denaro.
Le inchieste di BuzzFeed e altri media si basano sulle segnalazioni di operazioni sospette effettuate da banche e altre società finanziarie con il Financial Crimes Enforcement Network, meglio conosciuto come FinCen, del dipartimento del Tesoro.
Le indiscrezioni mettono nuovamente in luce le sfide che enti regolatori e istituti finanziari devono affrontare nel tentativo di fermare flussi di denaro sporco, nonostante i miliardi di dollari di investimenti e multe addebitati agli istituti di credito negli ultimi dieci anni.
Il titolo di HSBC quotato a Hong Kong ha perso fino al 4,4% durante le contrattazioni del mattino, a 29,60 dollari di Hong Kong, i minimi dal maggio 1995, mentre StanChart ha ceduto fino al 3,8% a 35,80 dollari di Hong Kong, la peggiore perdita dal 25 maggio scorso.
L’indice di Hang Seng perde l’1,6%.
I documenti contengono informazioni relative a transazioni per oltre 2.000 miliardi di dollari nel periodo 1999-2017, che erano state segnalate dai dipartimenti di compliance degli istituti finanziari come sospette.
Le segnalazioni di operazioni sospette hanno mostrato che le banche muovevano non di rado i fondi per aziende registrate nei paradisi fiscali offshore come le Isole Vergini britanniche e non conoscevano il proprietario finale del conto, si legge nel report.
In una nota inviata ieri a Reuters, Hsbc ha dichiarato che “dal 2012 ha cominciato un viaggio di parecchi anni per rafforzare la sua capacità di combattere i crimini finanziari in oltre 60 giurisdizioni”.
StanChart ha dichiarato che la banca ha fatto propria “la responsabilità di combattere il crimine finanziario in modo estremamente serio e ha investito in misura sostanziale nei programmi di compliance”.
Fonte:www.investing.com
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