Il greggio è in flessione in vista di una riunione dell’Opec e dei paesi alleati, chiamata a stabilire se il recente aumento dei prezzi in un contesto di forti problemi alle forniture e la ripresa dalla pandemia di Covid-19 siano sostenibili

 

 

Alle 10,40 i futures sul Brent sono in calo di 11 centesimi, o lo 0,1%, a 79,23 dollari al barile. Il petrolio ha chiuso la scorsa settimana in rialzo dell’1,5%, portando a segno il quarto rialzo settimanale consecutivo. Il greggio Usa cede 0,10 centesimi, o lo 0,1%, a 75,79 dollari dopo aver registrato guadagni per le sei settimane precedenti.

I prezzi del petrolio sono cresciuti a causa dei problemi alle forniture e di un aumento della domanda globale, che la scorsa settimana hanno spinto il greggio oltre gli 80 dollari e ai massimi di quasi tre anni.

I paesi dell’Opec+, che raggruppa gli esportatori aderenti all’Opec e gli alleati tra cui la Russia, stanno ricevendo pressioni affinché producano di più per contribuire ad abbassare i prezzi con la domanda che ha registrato una ripresa più rapida del previsto in alcune parti del mondo.

L’Opec+ ha concordato a luglio di aumentare l’offerta di 400.000 barili al giorno ogni mese fino ad almeno aprile 2022 per annullare progressivamente i tagli pari a 5,8 milioni di barili al giorno attualmente in vigore. Di recente quattro fonti Opec+ hanno fatto sapere a Reuters che i produttori stanno prendendo in considerazione la possibilità di aggiungere più barili di quanto previsto dall’accordo.

 

Fonte:www.reuters.com