Secondo Goldman Sachs, l’inflazione statunitense più alta del previsto promette un 2022 ulteriormente negativo per i mercati azionari
Christian Mueller-Glissmann, amministratore delegato della banca d’affari per la strategia di portafoglio e l’asset allocation, ha osservato che Jerome Powell, in ritardo rispetto alla curva d’inflazione, è ora ancora più sotto pressione per aumentare i tassi di interesse.
Secondo il manager, questo suggerisce che “le valutazioni di quasi tutti gli asset, ad eccezione del dollaro USA, potranno scendere ulteriormente in quanto la Federal Reserve è determinata a mantenere una politica di restrizione monetaria aggressiva”.
Le nuove previsioni della banca d’investimento sono in linea con le aspettative dei mercati: secondo lo strumento Fedwatch di CME Group, gli operatori hanno iniziato a valutare il 35% di possibilità che la banca centrale aumenti i tassi di un intero punto percentuale durante la riunione del 21 settembre, mentre il restante 65% si aspetta che la Fed aumenti i tassi di 75 punti base (bps).
Stesse percentuali per il Fed Rate monitor di Investing.com, che si basa sui future dei fed fund a 30 giorni. Non sembrano esserci più aspettative, invece, per un aumento dei tassi di 50 punti base.
Per quanto riguarda l’impatto sui mercati, Goldman Sachs ha spiegato che “ci sono pochissimi asset che si comportano bene con l’aumento dei rendimenti reali statunitensi guidato dalla lotta all’inflazione della Fed, al di fuori del dollaro”, sottolineando che “nel breve termine, questo significa una continua alta volatilità per le azioni”.
Fonte:www.benzinga.com
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