La Federal Reserve potrebbe non aspettare la fine del 2023 per intervenire sui tassi d’interesse, restringendo gli stimoli monetari già nella prima metà del prossimo anno
Nell’ultimo assessment del Fondo Monetario Internazionale sull’economia statunitense, secondo il quale il Marriner S.Eccles Building potrebbe iniziare a chiudere il rubinetto del QE già “nella prima metà del 2022”, con i primi aumenti dei tassi post pandemia che potrebbero arrivare “alla fine del 2022 o all’inizio del 2023”.
Nella valutazione del FMI, si sottolinea come le misure potrebbero essere portate avanti “solo se le proiezioni di base e le ipotesi di politica fiscale verranno realizzate entro quella data”. Secondo le nuove proiezioni, il Fondo prevede che il PIL reale degli Stati Uniti cresca del 7% nel 2021, “il ritmo più veloce in una generazione”, seguito da un’espansione del 4,9%, +1,9% e +1,7% rispettivamente nel 2022, 2023 e 2024.
Guardando i prezzi al consumo, l’istituzione mondiale vede un tasso di inflazione al 4,3% per il 2021 e al 2,4% per entrambi il 2022 e 2023. Il tasso di disoccupazione medio dovrebbe poi raggiungere il 4,4% nel 2021, il 3,1% nel 2022 e il 3% nel 2023.
Lato fiscale, il maxi piano di spesa proposto dal presidente Joe Biden, che si articola attraverso l’American Jobs Plan incentrato sulle infrastrutture e l’American Families Plan basato sulla spesa sociale, potrebbe aumentare la crescita del PIL di un valore cumulato di circa 5,25% dal 2022 al 2024.
Fonte:www.investing.com
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