Già la scorsa settimana, BNY Mellon ha annunciato che avrebbe sviluppato un servizio di legato alle criptovalute per i suoi clienti
Non si ferma l’attività da ‘cripto influencer’ di Elon Musk sulle valute digitali tramite Twitter, ma stavolta decide di spingere il basso il Dogecoin, nelle settimane scorse esaltato dal patron di Tesla (NASDAQ:TSLA).
“Se i maggiori possessori di Dogecoin vendono la maggior parte dei loro token, avranno il mio pieno sostegno. Troppa concentrazione è l’unico vero problema secondo me”, ha twittato Musk.
Il tweet ha attirato le vendite sul Dogecoin, in questo momento in crollo del 14% a 0,55 dollari, dopo aver toccato un minimo di 0,49 dollari nel post tweet alle 3 del mattino.
Ricordiamo che il Dogecoin valeva circa 0,010 dollari all’inizio dell’anno, ma poi è esploso verso un massimo storico di 0,078 dollari la scorsa settimana, moltiplicando il suo valore per poco meno di 8 in circa 1 mese, grazie ai tweet di Musk.
La reazione del Bitcoin
Ma ciò che è più interessante è che il post di Musk sul Dogecoin sembra aver avuto un impatto anche sul Bitcoin. Infatti, la principale delle cripto, dopo essersi avvicinato alla soglia dei 50.000 dollari ieri, ha iniziato a correggere più o meno alla stessa ora del Dogecoin ieri sera, passando da circa 49.000 a 46.500 dollari intorno alle 5 del mattino, un calo di oltre il 5%.
Nel frattempo, il Bitcoin ha visto nel fine settimana la decisione di Morgan Stanley (NYSE:MS) di studiare la possibilità di includere la cripto nei suoi investimenti da proporre ai propri clienti
Già la scorsa settimana, BNY Mellon ha annunciato che avrebbe sviluppato un servizio di legato alle criptovalute per i suoi clienti.
Inoltre, Daniel Pinto, co-presidente di JPMorgan ha riferito la scorsa settimana su alcune voci riportate dalla CNBC che apriva sul Bitcoin. Alla richiesta della CNBC di chiarire i suoi commenti, Pinto ha spiegato che la decisione dell’azienda sarebbe stata presa alla richiesta arrivata da un numero consistente di clienti circa la loro volontà di possedere Bitcoin.
“Se, nel tempo, si svilupperà un’asset class che sarà utilizzata da diversi gestori e investitori, dovremo essere coinvolti”, ha aggiunto Pinto in un’intervista, aggiungendo che “la domanda non c’è ancora, ma sono sicuro che ad un certo punto lo arriverà”.
In sintesi, l’interesse delle banche e degli investitori istituzionali in Bitcoin continua a crescere. Ma a questo punto, la domanda da porsi è se questo sarà sufficiente a spingere il Bitcoin oltre la barriera dei 50.000 dollari, o se sarà necessario un altro catalizzatore significativo, come la creazione di un ETF.
Fonte:www.investing.com
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