Lo hanno riferito fonti a diretta conoscenza del dossier, aggiungendo che il provvedimento è in fase di notifica agli indagati a partire da questa mattina

 

La procura di Genova ha depositato oggi l’atto di chiusura dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi che nel 2018 uccise 43 persone, citando 71 indagati fra ex dirigenti e dipendenti del gruppo Atlantia (MI:ATL), funzionari del Ministero delle Infrastrutture e le due società Autostrade per l’Italia e Spea.

Lo hanno riferito fonti a diretta conoscenza del dossier, aggiungendo che il provvedimento è in fase di notifica agli indagati a partire da questa mattina.

Le due fonti precisano che i capi di imputazione, a vario titolo, sono disastro e crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione dolosa di cautele atte a prevenire disastri, lesioni e omicidio stradale, falso.

Il 14 agosto del 2018 il cedimento del viadotto gestito da Autostrade per l’Italia (Aspi) causò la morte di 43 persone e il ferimento di altre 40, aprendo un aspro dibattito sulla gestione da parte di gruppi privati delle concessioni autostradali.

In oltre due anni e mezzo l’indagine ha cercato di chiarire le cause del crollo e, al termine dell’incidente probatorio nel febbraio scorso, i periti del Gip hanno indicato la mancanza o l’inadeguatezza dei controlli e gli scarsi interventi di manutenzione che non hanno posto rimedio alla corrosione dei cavi del ponte.

Secondo la procura gli imputati apicali erano a conoscenza dello stato di pericolo in cui versava il ponte autostradale su cui per decenni è transitato tutto il traffico proveniente dalla Francia e dal Nord-Ovest d’Italia verso Genova.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Genova e coordinate dalla procura sostengono che la sostanziale assenza di controlli e interventi significativi fosse finalizzata al risparmio di denaro e a garantire utili agli azionisti.

Fra le 69 persone fisiche indagate figurano l’ex Ad di Atlantia e Aspi Giovanni Castellucci e l’ex numero uno di Spea, sempre del gruppo Atlantia, Antonino Galatà.

I legali di Castellucci e Galatà al momento non hanno commentato.

Aspi e Spea, chiamate a rispondere del comportamento dei loro dipendenti per effetto della legge sulla responsabilità penale delle aziende, al momento non commentano. Atlantia non ha commentato.

La chiusura indagini è l’atto che prelude alla presentazione delle richieste di rinvio a giudizio da parte della procura a meno che nei 20 giorni successivi al deposito in cancelleria gli indagati non chiedano di essere interrogati e non facciano emergere fatti nuovi.

 

Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton che ne detiene il 30% del capitale, sta negoziando la vendita dell’88% in Aspi con un consorzio di investitori guidati da Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

L’inchiesta sul crollo mortale del ponte autostradale e i conseguenti accertamenti a tappeto della Gdf hanno condotto all’apertura di altre inchieste, accomunate dalla maggior parte degli indagati e dal minimo comun denominatore di presunti falsi controlli per risparmiare sulla manutenzione.

Una riguarda i mancati controlli a decine di viadotti autostradali, una seconda i mancati interventi ai pannelli fonoassorbenti e una terza alla scarsa manutenzione delle gallerie autostradali. Quest’ultima dopo un crollo all’interno di un tunnel sulla autostrada A26 che per fortuna non causò vittime.

 

Fonte:www.investing.com